Scrivo questo post ancora sotto l'effetto di estasi mistica che ho avuto venerdi sera guardando Ysl, il film della settimana/mese/anno. Dico solo che quando hanno alzato le luci della sala la prima cosa che ho pensato è stata: ma è già finito? Per me, sarebbe potuto tranquillamente durare altre 5 ore e non scherzo.
Ecco perchè questa pseudo-recensione potrà sembrare agli occhi di molti falsata e poco (ma molto poco) obiettiva ma non posso proprio fare altrimenti. Se non si è ancora capito, l'ho adorato!
Innanzitutto il protagonista: Pierre Niney giovanissimo e talentuosissimo (aggiungiamo bellissimo) attore molto noto in Francia e ancora pochissimo in Italia già meritatissimamente (sappiate già da ora che sarà il post degli "issimo") premiato per questo ruolo. Somiglianza impressionante, movenze e portamento perfetti. Recitazione ottima. Dico solo che se fossi nella giuria dell'Academy, gli avrei dato un Oscar e non sto esagerando. Prestazioni del genere, non vanno nel dimenticatoio facilmente.
Era difficile potersi mettere in luce con un talento simile e invece il co-protagonista Guillame Gallienne nel ruolo di Pierre Bergé ci riesce divinamente diventando indispensabile per la narrazione e rendendo il suo personaggio assolutamente complementare a quello di Yves, cosa oltretutto vera anche nella realtà.
La storia ripercorre le tappe fondamentali della carriera di uno dei geni assoluti della moda correlata dagli eventi privati che più hanno influenzato il suo essere e la sua arte. Il primo e il secondo tempo sembrano essere scanditi perfettamente per farci comprendere le due personalità di Ysl, quello degli esordi, il giovanissimo braccio destro di Monsieur Dior, timido e riservato per poi passare all'Yves autodistruttivo, libertino e dedito agli eccessi. Ci sono parecchi riferimenti al documentario "L'amour fou" (se non lo avete ancora visto, ve lo consiglio) dove anche in questo caso, Ysl viene raccontato attraverso gli occhi del compagno di una vita, Pierre Bergé partendo dall'asta di tutti gli oggetti d'arte collezionati e posseduti dalla coppia nel corso degli anni e che segnano un punto di fine alla loro storia dopo la morte dello stilista a 72 anni. Non mancano "comparsate" importanti come quella di un giovanissimo Karl Lagerfeld che stento ad immaginare giovane e senza occhiali da sole (qualcuno ha mai visto gli occhi di Karl?) perchè nel mio immaginario anche all'età di 5 anni ha il codino bianco, i guanti di pelle e la cravatta! Karl è nato così, non può essere altrimenti ;)
Tutto questo per dirvi che quando ci si perde in due ore di arte, abiti, emozioni e passioni, quando ci si immerge totalmente nelle immagini e nella storia, quando si entra completamente in quel mondo, diventa così difficile uscire da quella sala e tornare alla realtà come resta diffiicile ad un bimbo staccarsi prematuramente dal cordone ombelicale della madre. Il nutrimento viene tutto da lì e la moda, come forma di arte è un pò il mio nutrimento. Dovrebbero seriamente pensare di appendere un cartello sul manifesto del film con scritto: vietato l'ingresso alle sognatrici ;) Il rischio è quello di non uscire illesi ;)
Concludo con una delle frasi che ha aperto il film, una citazione di Pierre Bergé che oserei classificare come uno di quei dogmi indiscutibili:
" Non importa di che estrazione sociale sei, il gusto è una cosa che hai dentro, che possiedi dalla nascita e che non si acquisce col tempo, o ce l'hai o non ce l'hai. Lui aveva un gusto, il gusto” ed era un uomo consapevole del fatto che dietro a ogni opera ci fosse un artista."
Serena
Mi hai fatto venire voglia di andare al cinema!
ReplyDelete